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Abbiamo accennato brevemente ad alcune caratteristiche economiche e politiche del Brasile nelle precedenti sezioni dedicate alla geografia fisica e politica e alla storia. In questa sezioni invece indagheremo più da vicino tutte le istituzioni politiche ed economiche del paese in maniera tale da avere un quadro completo sull’argomento.
Il Brasile diventò una repubblica nel 1891 con la stesura di una propria Costituzione; essa prevedeva un governo presidenziale con tre poteri: esecutivo, legislativo e giudiziario. Nonostante le altre costituzioni che subentrarono successivamente, questa caratteristica rimase invariata. L’ultima Costituzione, quella del 1988, elenca moltissimi punti interessanti e nuovi nel panorama politico della nazione, primo tra tutti quello sulla protezione dell’ambiente. Come abbiamo già accennato il Brasile è una Repubblica Federale costituita da 26 stati e un distretto federale a sé, comprendente Brasilia, la capitale.  Essendo uno stato federale esistono due poteri esecutivi, uno statale e uno municipale; nel primo a guida del potere ci sono i Governatori eletti con voto diretto e con un mandato di quattro anni, invece nel secondo i prefetti eletti ugualmente con voto diretto per quattro anni di carica.

Ma andiamo ad esaminare più da vicino gli altri poteri. Il potere legislativo è affidato al senato, costituito da 81 membri, e anche al parlamento costituito da 513 membri dei diversi partiti. Tutti quanti sono eletti con voto diretto e con mandati di otto e quattro anni.  Come abbiamo già detto il potere esecutivo si divide in statale e municipale, mentre il potere giudiziario è come in Italia, superpartes, pronto ad arbitrare i conflitti di interesse nella società brasiliana. Anche qui c’è una diversa organizzazione tra i livelli federali e statali.
Per quanto riguarda il sistema di voto, esiste ovviamente il suffragio universale e obbligatorio per tutti i cittadini alfabetizzati tra i 18 e i 70 anni, per i restanti il voto rimane facoltativo. Per la votazione ci si basa su un sistema di maggioranza relativa.

Parliamo ora di economia, sempre in continuo mutamento nel paese brasiliano. Prima delle rivoluzioni industriali il paese ovviamente era dedito per lo più all’agricoltura e ai prodotti manifatturieri; con il progresso dell’industrializzazione, avvenuto nei recenti anni settanta, in Brasile nasce il vero e proprio miracolo economico ma sarà destinato a sfumare brevemente e a creare tanta disparità a economica in tutta la popolazione.
Oggi il Brasile è decisamente dedito all’agricoltura, ma purtroppo essa non viene sfruttata al massimo. Il settore è di solito basato su prodotti da piantagione, come ad esempio il caffè, che rappresenta un terzo della produzione mondiale, ma anche di canna da zucchero e cacao (in questo caso il Brasile è secondo produttore nel mondo).  Altre colture interessanti sono quelle del mais, la soia, il riso, semi di lino, frutta esotica come banane, ananas, papaia e mango. Per quanto riguarda l’allevamento non si ha la stessa fortuna in campo internazionale dell’agricoltura.

L’industria è uno dei settori che più si sta sviluppando. Al primo posto tra le industrie troviamo quelle di beni strumentali, grazie anche ai molti giacimenti di materie prime trovati nelle terre amazzoniche. Il settore più fortunato è quindi quello della siderurgia e il ferro è una delle risorse minerarie più ricche insieme all’oro, rame, nichel, tungsteno, diamanti e varie gemme preziose. Si stanno sviluppando quindi tutte le industrie direttamente correlate alle materie prime, come quelle per la produzione di automobili (il Brasile è il dodicesimo produttore mondiale di auto) e proprio qui si stabiliscono moltissime industrie delle case automobilistiche più importanti del mondo come Audi, Mercedes, Renault, Volkswagen e Fiat.
Per quanto riguarda il terziario, sta avendo alcuni positivi sviluppi il turismo e tutto ciò che è connesso ad esso, come ad esempio il mercato del trasporto, soprattutto quello aereo.

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