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L’Amazzonia o anche chiamata Foresta Amazzonica è una foresta equatoriale che si trova nella zona centrale del Sud America. Il nome ha una derivazione alquanto particolare: l’esploratore spagnolo Francisco de Orellana nel 1542 scrisse una relazione in cui narrò di una tribù di donne guerriere incontrate nelle foreste. Ovviamente memore delle donne guerriere in Asia e in Africa, chiamate nella letteratura classica greca amazzoni, egli volle commemorare il fiume da lui attraversato, proprio alle donne guerriere, da lì, Rio delle Amazzoni e di conseguenza Foresta Amazzonica (o amazzonia).
L’intera area che tra l’altro è definita anche come Bacino dell’Amazzonia occupa circa 1.2 miliardi di acri o più semplicemente più di 7 milioni di km quadrati. Questa zona è molto importante per l’intero territorio del Brasile, visto che ne occupa più della metà (circa il 65%). Oltre al Brasile l’Amazzonia tocca anche i paesi della Colombia, Perù, Venezuela, Ecuador, Bolivia, Guyana, Suriname e Guyana Francese.

Il territorio è interamente ricoperto dalla foresta pluviale, habitat ricco di specie animali ma anche vegetali, luogo in cui è possibile avere davanti gli occhi uno dei più grandi esempi di biodiversità dell’intero pianeta. Facendo un po’ di calcoli in Amazzonia vivono circa 2.5 milioni di insetti, 40 mila specie di piante e più di 2.000 tra uccelli e mammiferi. Per quanto riguarda invece gli invertebrati è possibile contare più o meno 128 mila diverse specie.
Ovviamente il cuore della regione è solcato dal Rio delle Amazzoni, che come abbiamo già accennato arriva a percorrere circa 6.300 km dalla sorgente fino alla foce; nonostante le varie opinioni discordanti (si pensa infatti che il fiume raggiunga addirittura i 7.100 km, essendo state scoperte altre sorgenti) esso rimane ancora il secondo fiume più lungo del mondo (il primo rimane il Nilo che scorre in Egitto per circa 6.500) e il primo per portata d’acqua. È straordinario sapere che il fiume più famoso del Sud America può ospitare ben 2000 specie ittiche differenti tra cui i famosissimi pesci Piranha (al contrario delle leggende popolari, quasi tutte le specie di Piranha sono vegetariane) oppure gli enormi Arapaima che possono arrivare fino ai 150 kg di peso. Ma il clima e il territorio sembrano perfetti per moltissime specie di anfibi e rettili. Molto numerose sono le specie di Rane e Rospi tra cui il rospo ventre arancione (Dendrophryniscus minutus) e il rospo glabro peruviano (Bufo glaberrimus).

Tra i rettili, il vero vanto dell’Amazzonia è la famosa Anaconda gigante, animale che vive solamente in questa zona; si tratta di uno dei serpenti più grandi del mondo, protagonista di molte leggende delle popolazioni autoctone dell’Amazzonia.
A proposito delle popolazioni indigene, sono ancora molte a restare un vero mistero per gli studiosi di tutto il mondo: una delle più famose e studiate è quella dei Mura-Piraha.
Il Bacino Amazzonico è ancora la riserva naturale principale del nostro pianeta e proprio per questo deve essere considerata intoccabile e da preservare per la civiltà futura. Purtroppo, nonostante si dica che lo stato del Brasile stia cercando in tutti i modi di proteggere la natura e la biodiversità, ancora non sembra essere terminato il processo di disboscamento che ogni giorno, per far largo agli interessi umani, taglia arbusti e piante per circa l’ampiezza di un campo da calcio. Ovviamente il disboscamento precoce, oltre a provocare un danno a “piccolo” raggio, come l’intaccamento della biodiversità, rappresenta uno dei pericoli più incombenti nei confronti del clima del nostro pianeta.
La Foresta Amazzonica rappresenta infatti la più grande area di produzione d’ossigeno e, la produzione del vapore acqueo, provocato dalla veloce e rapida fotosintesi, riesce a ridistribuire il calore solare su tutto il globo.

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